ūna, X III, Terzo fulcro


Sotto allo schermo magico che bloccava il nostro passaggio, era presente un'area misteriosa. Una discesa stretta ed impervia, ci conduceva ad una massiccia porta rocciosa, con una sola fessura per bloccare i suoi interni meccanismi.
Utilizzando il perno, riuscimmo a sbloccare il contenuto oscuro. Una stanza. Una stanza con 3 altre porte sul muro opposto all'entrata. Oltre alle 3 porte, nulla era contenuto se non il dubbio ed il mistero.

Affacciandomi per osservare il soffitto, scorsi una mostruosa faccia incavata nella roccia, pronta a riversare un liquido all'interno dell'area sottostante. I miei compagni d'avventura, se cosi li posso chiamare, decisero di lanciare un cadavere nemico all'interno della misteriosa stanza, nel tentativo di fare scattare la trappola. Ebbe effetto. La stanza inizio' ad inondarsi d'acqua corrente, mentre la porta inizio' a chiudersi con noi all'esterno. Per fortuna, questa terribile minaccia fu prevista.
Aprendo nuovamente la porta utilizzando il perno, lasciammo defluire le acque aspettando al piano superiore prima di investigare cosa le altre 3 porte contenessero.

Erano tutte della stessa forma, tutte della stessa composizione e robustezza, e tutte recavano tre fori. Di cui uno alla sommita', mentre gli altri due alla base (rispettivamente a destra ed a sinistra): tutti e tre i fori accettavano l'ingresso del perno. Due dei fori erano apparentemente inutili, mentre uno sbloccava la
corrispondente, possente, porta. Ognuna delle tre porte consentiva l'accesso alla stessa stanza.

La stanza che si celava al di la' di quella mortale trappola, era uno studio. C'erano librerie, una scrivania, pitture... E due statue. Dopo pochi secondi dal nostro accesso alla segreta camera, le statue iniziarono a muoversi. Conoscevo in modo generico e sommario il potere arcano necessario per animare quelle entita' rocciose, ma riuscii a capire che non avevano coscienza, e che quello era probabilmente frutto di un algoritmo preciso, innescato dalla nostra presenza.
Non consocevo, pero', cio' che l'algoritmo prevedeva. Saremmo stati attaccati? Decisi di restare a distanza ed osservare le azioni delle sculture di pietra.

Si mossero al lato opposto dello studio. Deposero le armi. Afferrarono un arazzo divino che copriva una porzione del muro. Lo tolsero, mostrando la presenza di una grande leva incavata nella parete. Lo posero a lato della stanza. Assunsero una posizione rigida, senza muoversi ulteriormente.

Rogar, con rispetto, decise di ripiegare l'arazzo, mentre la mia speranza che le statue decidessero di attivare la leva, scemava esponenzialmente. Era grossa. Fin troppo robusta.
Dopo diversi tentativi mirati ad obbligare le statue all'attivazione della leva, risolvemmo il problema applicando la forza dei tre orchi, di Zerathos, e degli altri. La leva scese. L'ingranaggio si mosse. Il muro mostro' una feritoia. Un potere arcano era celato al di la' della roccia. Un potere analogo a quello del secondo fulcro: lo schermo magico fu indebolito ulteriormente, dopo che riuscii ad attivare la tela magica che recava.

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