ūna, X III, Secondo fulcro

A sinistra dello schermo magico, un'antica chiesa dedicata al culto della dea precedeva una misteriosa stanza.
Nella chiesa, solo tomi ed antiche decorazioni in rovina ci accolsero freddamente; mentre nella stanza della statua, sentii un grande potere arcano fremere nelle viscere delle mura.

La statua portava tre fori. Due, situati al posto delle mani, erano intuitivamente destinati a ricevere le braccia di una creatura umanoide; mentre uno, all'altezza del collo, era misteriosamente inquietante perché troppo stretto per consentire alcuna interazione.
Io e Zuriel decidemmo di sfruttare uno degli orchi per testare l'effetto che la statua avrebbe avuto su una persona.

L'orco, dopo aver inserito le mani, resto' bloccato da un meccanismo interno mentre un incantesimo dentro la statua tentava di conversare magicamente con la sua vittima.
Non avendo nessun addestramento arcano, l'orco non riusci' ad interagire con l'incantesimo provocando l'attivazione di una trappola che espulse una lama dal sottile foro all'altezza del collo.
Rogar salvo' la vita alla nostra cavia, ma questo obbligo' Zuriel ad entrare nella morsa mortale in prima persona.

Grazie alla proiezione mentale, sentii Zuriel conversare con l'incantesimo, dissolvendolo, disfacendolo.
Questo indeboli' in parte lo schermo magico che ci impediva di raggiungere Grog'grush. Eravamo arrivati in ritardo? Cosa aveva in mente lo shamano?


ūna, X III, Primo fulcro

Attraverso trappole infuocate e mortali pericoli, la strada a destra dello schermo magico ci condusse in un antica libreria ed un vuoto trono. I tomi narravano di antiche storie e potenti rituali, dove trovai quello per la rianimazione dei corpi (copiero' le caratteristiche del rituale alla fine delle mie memorie di oggi).

Zuriel, il potente frammentale, noto' una cavita' tra le mura della stanza che conduceva ad un cavedere, ormai scheletro, che probabilmente era appartenuto all'halfling, sacerdote della dea corvo, che ancora infesta questo luogo. Insieme a lui, una piccola e misteriosa chiave era rimasta nascosta da tempi memorabili tra le sue vesti. A cosa sarebbe servita? D'ora in poi mi riferiro' ad essa come "perno".
Dopo aver rimosso dalla tomba di fortuna e rimesso sul trono il fedele della fatale dea, un meccanismo ermetico sigillo' la stanza dopo che fummo usciti, lasciando lo scheletro al suo eterno e desiderato riposo.



ūna, X III

Pericolo, trappole, rabbia, adrenalina, Hecate accanto a me. Furono i miei pensieri scendendo le tetre scale: un passaggio segreto nei dormitori della Torre era stato trovato, aperto, e stuprato. Qualcuno era stato qui', qualcuno e' probabilmente ancora qui'.
Sentivo le pareti fredde ed umide scorrermi sotto le dita mentre percorrevo le scale che portavano ad un luogo segreto e perduto. Un luogo che qualcuno aveva minuziosamente tentato di nascondere.

Nella stanza inferiore, trovammo un tempio. Forse tempio non e' il termine giusto per descrivere il luogo in cui mi trovai, ma credo si avvicini. Perche' seguire un Dio? Perche' pregare insulse entita', perche' inginocchiarsi d'innanzi a loro? Deboli pensai... ma, guardando Rogar, qualcosa in me esplose in dubbio.

Il corvo, simbolo della dea della morte e del fato.
Le mura, formate da magici mattoni, emettevano una luce verde e sinistra attorno a noi. Unica fonte di luce, unica salvezza. La planimetria mi era oscura, ma era palesemente un luogo grande e pieno di mistero. Grog'grush aveva attivato un antico meccanismo di protezione della sala dei rituali, la strada d'innanzi a noi presentava uno schermo magico invalicabile e mortale.
In quel luogo, non eravamo soli. Oltre a noi cinque ed i tre orchi, anche un antico spirito in pena infestava quelle mura. Era un antico sacerdote della dea regina del corvo. Colei il cui nome mi sfugge, la regina della morte e del destino, risali' alla mia mente dai miei piu' noiosi studi durante la mia prigionia.
Lo spirito ci chiese di riportare l'ordine in quel luogo sacro, dissacrato da fedeli di Grummsh, ed accenno' ad una piu' grande minaccia: seguaci di Vecna erano all'opera in quel luogo.
Non avendo tempo da perdere, iniziammo ad esplorare il sotterraneo guidati dalla verde luce di un antica magia, ancora impregnata nelle pareti da tempi antichi, con lo scopo di trovare un modo per disattivare la barriera dello shamano del dio orco.

Durante le nostre ricerche, un gruppo di orchi rimasto indietro in pattuglia, tento' di abbatterci: Zeratros, in un battito di ciglia, sfreccio' magicamente per mezzo ettometro, uccidendo tre di loro. Sfidando le leggi della fisica, brandi' mortalmente l'ascia concludendo ogni opposizione in una manciata di secondi.

Esplorando la zona, riuscimmo a disattivare lo schermo magico. Tre, erano i fulcri che reggevano l'arcana tela che ci impediva di raggiungere Grog'grush.

ūna, X II

Zeratros affermava di conoscere il luogo indicato dalla mappa. La Torre Nord. Attraverso la fitta foresta, il goliath ci guidava falciando piccoli fiori e antichi arbusti. Quella scorciatoia ci avrebbe fatto risparmiare tempo. Cosi' diceva lui. Cosi' pensavano tutti.
Dopo una veloce escursione del minotauro Kurgan, abbiamo raggiunto la nostra meta per accorgerci di un gruppo di demoni posti alla guardia della fortificazione.
Perche' demoni? Cosa aveva in mente Grog'grush?
Dopo un vano tentativo di aggirare la loro guardia, abbiamo tentato di penetrare nella torre con la forza.
Zeratros, per motivi ignoti, invece di combattere si precipito' a sfondare una porta con apertura a trazione, scardinandola prepotentemente nonostante fosse gia' aperta. Nel frattempo, attaccammo il gruppo demoniaco con furia. Io rilasciai una pesante onda psichica che stordi' ogni mente attorno a me, dando la possibilita' a Rogar di macellare ogni creatura. Mentre l'ascia del minotauro falciava le carni dei nostri nemici, Zeratros torno' dalla sua piccola escursione a mani vuote per unirsi svogliatamente alla battaglia.

Sconfitti i demoni, decisi di liberare degli orchi che erano rimasti prigionieri. Tre di loro erano incatenati, e tre di loro ci seguirono dentro le rovine della Torre Nord per vendicarsi di coloro che li avevano privati della liberta'.

ūna, X I

La mappa indica un luogo sopra la citta' di Winterguard. Zertos pare conoscere la via, grazie ad escursioni avvenute nel suo passato. Non mi piace.
Secondo ricordi storici, il luogo indicato corrisponde alla torre della citta', ultimo leggendario baluardo di protezione del regno. Lascio le mie scritture con una copia della mappa, prima di riprendere il cammino.


Analisi Onirica III

Portava una veste regale. La sua pelle dorata luccicava di luce propria: era mistica, ma rassicurante. Inginocchiata al cospetto della vallata, risplendeva nel crepuscolo come una regina. Teneva tra le mani una rosa d'oro mentre il suo corpo ondeggiava a destra e sinistra imitando una orientale danza. Il suo viso osservava il cielo con curiosità' ed attenzione.
"Perché' porti una rosa, Cassandra?" lei mi ignoro', continuando a danzare. Le sue labbra d'ambra erano serrate con decisione mentre la sua veste color porpora imitava una bandiera in balia del vento. Attorno a lei, solo desolazione circondava quella collina perduta.
"Cosa vedi?" le chiesi, con terrore. Lei mi ignoro', continuando lentamente ad agitarsi nel buio. I petali della rosa erano splendidi, composti dall'oro più' pregiato e pericoloso dei piani mai esistiti; emanava una leggera luce nell'aria. Baluardo perduto.
"Ho paura" le dissi, "cosa sta per accadere?": lei non mi guardo'. Continuava ad osservare la notte nera, quando disse, sottovoce, "Siediti con me". Le obbedi'.

Attesi qualche minuto osservando il suo ipnotico movimento, quando decisi di tentare di nuovo, "Cosa significa quel fiore?". Lei mi rispose, senza mai distogliere lo sguardo dal cielo.

Il fulcro.
"La terra e' attorno a te. Il cielo ti sovrasta. Il vento ti sfiora e l'erba ti accarezza. Ogni cosa ti appartiene, eccetto il Fulcro. Perché ti attrae cosi' tanto, quando il resto dell'infinito e' a tua disposizione? Perché  non e' mai abbastanza? Ci sono cose che non dovremmo mai sapere." Fece una pausa, durante la quale la sua danza divenne per un momento incerta, rallentata. Poi continuo'. "Perché?"
Insicura sulla risposta, decisi di non darne. Non era ovvio? Siamo attratti dall'ignoto. Conosco già la terra, come il cielo o l'erba. Come in risposta a quel pensiero, Cassandra allungo' la mano, porgendomi il fiore. "Prendi."

Lentamente, allungai le braccia verso la rosa dalla dorata composizione. La afferai e la Bambina la lascio' nelle mie mani "Sapevo l'avresti presa, oh Lorelei...". Come colla alchemica, lo stelo si avvolse sui miei polsi: si aggrappava picconando la mia pelle con spine pungenti.
Cassandra mi guardo': non aveva gli occhi, se li era gia' schiacciati, "Non e' forse questo il tuo destino? Non e' forse quello l'ultimo mistero? E' giunto il momento di morire". La rosa divento' una fiamma viva. Mentre la mia carne bruciava, sentivo il sapore della Morte. Stavo finalmente per risolvere l'ultimo mistero. Cassandra me lo aveva concesso.

Il canto degli uccellini riempiva l'accampamento abbandonato, mentre mi accingevo a raccogliere le mie cose per il prossimo viaggio.

Analisi deduttiva III


  1. Mi trovo dentro una tenda dell'accampamento.
  2. Abbiamo ucciso ogni entità  che presidiava questa zona, un po' per vendetta, un po' per giustizia, un po' per macabro divertimento.
  3. Non abbiamo subito perdite.
  4. Ho distratto le guardie mentre i miei compagni entravano silenziosamente a macellare le carni di coloro al punto 2.
  5. Il punto 4 ha agevolato il conseguimento del punto 3. Perché dedurre ovvietà?
  6. La tenda dello shamano che pare portare il nome di Grog'grush era difesa da trappole, ma non conteneva nessuna forma di vita. Quest'essere pare perseguire misteriosi piani inerenti alla professione di Gruumsh.
  7. Un occhio.
  8. Colui che non dorme mai.
  9. Colui che osserva.
  10. Questo posto pare trafficato.
  11. Per via del punto 10, e' stato deciso di passare la notte all'interno dell'accampamento per sorprendere eventuali pattuglie o componenti in missione.
  12. Nella tenda principale descritta al punto 6, era presente una Mappa. Al mio risveglio mi adopererò  per analizzarla in modo più' minuzioso.

XXXX IIII

Saro' breve.
L'ho ucciso, agonizzava.

Simbolo di Gruumsh
Dopo essere uscita dalla locanda, ci siamo imbattuti in un bambino umano. Piangeva, orfano dalla mattina. Desiderosi di vendetta e dosati di rabbia, abbiamo raggiunto gli assassini: il bambino era con noi. Era con noi. I mostri erano troppi: l'hanno mortalmente ferito mentre cercavamo la sua vendetta.

Il gruppo di orchi che inneggiavano a Gruumsh ("Un-Occhio", "Colui-che-non-dorme-mai", "Colui-che-osserva") hanno lasciato evidenti tracce per raggiungere il loro accampamento principale, incoraggiandoci ad una piu' radicale vendetta mirata ad estirpare la malvagita' che dilaga in queste terre.

Mi trovo seduta davanti al loro accampamento. E' stato un viaggio lungo e triste. Sono sporca di sangue infantile. Osservo i loro movimenti. Al calar della notte sentiro' le loro urla.

Analisi Onirica II

Apro gli occhi, combattendo la fatica del risveglio. Davanti a me, Cassandra mi fissa. C'e' qualcuno nella stanza insieme a me, silenziosamente in attesa in un angolo buio, percepisco la sua rabbia.
Resto immobile, fingendo d'essere ancora immersa nei miei sogni, Hecate mi tiene per mano mentre i suoi occhi mi permettono di estendere la mia vista: sono lei.

Phobos urla, ignoralo.
Mentre il mio corpo restava il piu possibile fermo, mi rimbocco le maniche di pizzo e sposto leggermente la mia veletta che occlude la visibilita'; la luce violastra che emettono le mie iridi mi permette di illuminare la stanza, evidenziando l'ambiente in cui mi trovo.
Phobos urla, ignoralo: c'e' qualcuno nella stanza con me.
Un enorme goliath regge un'ascia a mezz'aria sopra la mia testa: vuole uccidermi osservando la sorpresa nel mio sguardo.
Phobos si stritola il cuore.
Sposto le mani dietro la mia nuca, afferrando la manopola di ottone e la faccio scattare con decisione. Hecate mori' piangendo.

Cassandra piange lacrime dorate mentre Psyche mi afferra saldamente le gambe ed Argus, pieno di follia, si adagia sulla mia fronte pronto a scattare come un felino.
Adesso! 
Psyche mi trae lontano dal goliath, facendomi volare verso il muro mentre Argus scatta conficcandogli le sue unghie nella gola. L'urlo dell'essere mostruoso echeggia nella stanza mentre fiotti di sangue gli ricoprono il petto, Argus affonda nuovamente le sue unghie ridendo sui fianchi osservando lo sguardo sorpreso del mostro.
La possanza del goliath era tale che, ignorando le ferite, gli permette di raccogliere l'ascia e lanciarla verso di me.


Cassandra, che non si era mai mossa tutto il tempo, si ritrova ad essere esattamente in mezzo alla linea di volo dell'arma mortale, piangendo, la vede attraversare il suo corpo illusorio e conficcarsi nella mia gola.
Annaspando per cercare l'aria che ormai non posso piu' respirare, la debolezza prende il sopravvento e la Morte, dolcemente, mi tocca. 
Il viso di Sarpedon fu l'ultima cosa che vidi, prima di risvegliarmi nella mia stanza.


Analisi Deduttiva II


  1. Non ho piu' una instabilita' dei piani;
  2. Per via del punto 1, l'ordine del Fulmine Nero non dovrebbe piu' volere la mia morte;
  3. Sono nel Piano Materiale, ed atterrata sui cadaveri: produzione della Macabra Danza delle Carni;
  4. Il tempo trascorso nel Piano del Caos Elementale pare essere uguale a quello del Piano Materiale;
  5. Sono coricata in una Locanda accanto all'iniziale luogo di deportazione dal Piano;
  6. Nonostante il punto 1, voglio ancora ricercare i segreti di me stessa;
  7. Forte del punto 6, mi incamminero' verso Nord domani mattina;
  8. I reagenti usati nel rituale di Trasferimento Planare sono stati consumati, sara' stato un viaggio sola andata?
  9. Chiudo le mie memorie per assaporare ancora i miei sogni, ambizione riferita al punto 6;
  10. Aggiungo una informazione rumorosa: Non voglio morire.

XXXX III

Zuriel si blocco'. Dentro la caverna immersa di fuoco, fumi e morte, il suo cristallino corpo smise di muoversi mentre la sua mente percepiva misteriosi ed arcani messaggi. Quando si riprese, ci guardo' con rinnovata conoscenza: il mago dell'Ordine del Fulmine contatto' la sua mente psionica: quando il frammentale condivise con noi le sue conoscenze, decisi di invocare il rituale dell'Invio per permettere di conversare con il Tiefling.
Me, Zuriel e Rogar, uniti tramite sottili fili telepatici, riuscimmo a contattare la mente del mago ad una grande distanza: il potere psionico generato, oltrepasso' ogni materia ed ogni distanza fino a toccare la mente del nostro obiettivo.
Un'onda di conoscenza ci invase: una ribellione dei componenti sopravissuti alla Macabra Danza delle Carni ha generato una rappresaglia, risolvendosi in una guerra con il fulmine nero ancora in atto nelle pianure; Zuriel aveva tutta la saggezza necessaria a generare il rituale di ritorno al piano materiale; Non avevamo altro da fare su questo piano: era ora di andarsene.

Nonostante la fonte di conoscenza fosse diversa dalla mia, quindi probabilmente plagiata e modificata in base ad obiettivi ignoti e che non condivido, decidemmo di approvare ogni consiglio.

Ad eccezione di Zertos, le cui virtu' non eccedono la possanza fisica, (che sollievo provai!) mi unii con Zuriel (il frammentale, detentore dei segreti del rituale); Rogar (il fedele di Kord) e Kurgan (il misterioso guerriero cornuto) in un circolo arcano per invocare il potere dei nostri reagenti. Mentre il Cristallo Arcobaleno e la Pietra di Fiamme generavano la corretta configurazione energetica grazie al posizionamento spaziale eseguito dai due combattenti, me e Zuriel tessevamo incessantemente le tele arcane intorno al circolo. Nodi magici, avulsioni della cute arcana del piano, intrecci di concetti e pensieri e potenti richiami di antichi incantesimi, ci permisero di creare il Cerchio del Trasferimento Planare.

Mentre osservavo i nostri due costosi e rari reagenti bruciarsi nel circolo, notavo la potenza dei nostri incantesimi lanciarci al di la' dei limiti Planari, oltre la robustezza dello spazio, oltre l'eterna distanza, oltre il mondo e dentro ignoti flussi di fibre arcane. Ad un tratto, le mie capacita' olfattive vennero' saturate da odore di decomposizione, morte e carne macellata mentre sentivo un sapore di sangue infetto e carni molli adagiarsi sul mio corpo. 



XXXX II

La fluttuante nave del fulmine nero tocco' terra. L'entrata del Nido del Grifone di fuoco si ergeva imponente al centro di una radura dominata da alcuni Slaad, tanto obesi quanto fanatici.
Affilai la mia mente... PIEGA, penetrando nei pensieri delle mostruose rane, ero quasi riuscita a persuaderle, nel loro fanatismo, di offrirci il passaggio verso il nostro obbiettivo, quando un urlo iroso e spazientito del barbaro Zertos decise di porre fine ad ogni possibile trattativa: carico' il gruppo.
Non fu' una battaglia estremamente complessa, gli Slaad si rivelarono succubi delle nostre armi cadendo martoriati sul terreno: povere vittime innocenti della follia del Caos e della impulsività  dei miei compagni di viaggio; e' questo quello che voglio diventare? Spietata?

Il simulacro degli Slaad era una fontana, che zampillava un multicolore ed arcano liquido, affiancata dall'entrata per la tana del Grifone, protetta da un fatale muro di fiamme.
Mentre tentavo di analizzare la potenza contenuta nel liquido magico e di determinare i suoi presunti, fatali, effetti; il mistico dragonide Rogar, forte del suo fanatismo e decisione, non si soffermo' a ragionare: bevve un grande sorso del liquido.
Il piano del Caos lo benedì  con una grazia di dolce fortuna: il liquido non era fatale ma, nonostante ciò , la sua essenza inizio' a diventare elementale: il suo corpo inizio' ad emettere flussi di acqua, i quali lo abbracciarono come un sudario prima di filtrare le sue stesse ossa e carne.
Rogar, sicuro della sua rinnovata potenza, si lancio' ancora senza esitare contro le fiamme, che devastarono il suo corpo infliggendogli terribili danni: questa volta non fu fortunato. Se avesse atteso ancora qualche secondo, si sarebbe accorto che la natura del suo essere elementale era variabile, sarebbe bastato attendere quella del fuoco, per poter attraversare il muro: cosi' fece, anche se ormai ferito dal suo fanatismo. Non posso sminuire il suo coraggio.

Kurgan che affronta un temibile mostro infuocato
Dentro la tana, un calore terribile ed un odore di cenere e fumi mi accompagnava costantemente. Avanzavo dietro il gruppo assaporando il terreno con la mia psiche corrotta e percepivo il corridoio allargarsi impercettibilmente, ma senza sosta: stavamo per raggiungere il primo livello del nido.
Esseri contorti e zampillanti ci osservavano dal loro corpo di fuoco e rabbia, mentre pozze di lava incandescente alimentavano il loro potere a livelli terrorizzanti: avevamo uno svantaggio notevole.
Kurgan, che emanava una inquietante aura nera, brandi' la sua ascia con decisione e si lancio' all'attacco, fiancheggiato da Rogar e supportato da onde di magia oscura ed onde psichiche provenienti da me e Zuriel. Come sempre, Zertos si lancio' alla carica di un nemico lontano ed in solitudine. Quando i nemici di fuoco furono sconfitti, il dolore bruciante delle ustioni sul mio corpo iniziarono a ricordarmi ogni tortura subita nel castello del dolore.

L'entrata per il secondo ed ultimo livello della tana, era nascosta in un meccanismo della stanza. Il grifone squillava tetri strilli ustionanti che vibravano nelle viscere delle pareti; alle sue spalle, un grande cratere di lava emanava un aura rossa mentre due entita' terribili eseguivano rituali magici per accrescere la temperatura dei loro incantesmi. Piu volte la stanza venne invasa da un fuoco intenso, provocato da eruzioni magmatiche ed emanazioni incandescenti, i danni ricevuti erano terribili, combattevamo nella stessa puzza delle nostre carni mentre il grifone scatenava la sua pazzia bruciante.

Non restero' a descrivere l'intensita' della battaglia, in quanto non e' cio' a cui le mie Rimembranze sono mirate ma, una volta ridotti i nemici a cumuli di cenere, abbiamo recuperato il secondo reagente arcano: la Pietra di Fiamme era finalmente in nostro possesso.

XXXX I

La caoticita’ della fisica di questo piano mi sorprende continuamente. E come non potrebbe? Sorpresa e’ cio’ che non ci si aspetta, aspettarmi di tutto sarebbe come non aspettarsi niente.
Raggiunta la caverna, il nostro gruppo fu colto da un improvvisa meraviglia mista al tipico formicolio di terrore ed adrenalina che sorge prima di un’inaspettato confronto.
Cercavamo un cristallo arcobaleno, ma attorno a noi solo strani e magici cristalli argentei ci osservavano, incastonati nella roccia oscura e crudele: mentre notavamo la realta’ che si piegava, contorceva, esplodeva attorno a quei fulcri di caos totale e folle, terribili esseri di pietra si staccarono dall’ambiente con una prepotenza minacciosa e malata.
Fendenti mortali vibravano sui nostri assalitori, e onde di energia oscura e psichica venivano emanate come sospiri affannati attorno alla nera caverna mentre tentavamo di creare un varco nel labirinto di cristalli: alcuni esplodevano generando contorsioni nei fondamenti della realta’, altri generavano portali instabili, mentre alcuni erano addirittura in grado di sfasare i nostri corpi come intangibili entita’.

Nel cuore della caverna, nelle viscere della dimora di immondi esseri pietrificati, un terribile essere immondo ha iniziato a lanciare pesanti massi attraverso i magici cristalli dell’ostile luogo: uno, colpendo Rogar alla spalla, ci ha obbligati a far fronte a questo confronto epico realizzando la sua pericolosita’ in un battesimo di sangue del dragonide. Il barbaro urlo’ iroso, ma non fece altro che cadere trappola dentro un cristallo, vanificando i suoi sforzi e, mentre i cristalli di Zuriel ricevevano possenti colpi rocciosi mirati alla sua morte, ha avuto inizio uno scontro imponente contro il mostro.

Se sono ancora qua’ a scrivere le mie memorie, e’ perche’ l’immonda entita’ e’ stata uccisa e spodestata del suo regno cavernoso. Sento ancora le mie energie psichiche vibrare nel mio corpo, ma ne e’ valsa la pena: il Cristallo Arcobaleno era gelosemente custodito all’interno di quell’inferno di pietra.
Ora sono di nuovo sulla navetta volante. Secondo la triangolazione delle zolle volanti del piano elementale fornita dal mago del fulmine nero, la tana del Grifone di fuoco dovrebbe essere ormai vicina. Spero di riprendere le mie scritture.

X X X IIII


Il mago dell’ordine del fulmine nero ci ha parlato di due rari, essenziali reagenti per fuggire da questo piano. Il motivo del tradimento verso i suoi stessi militanti mi e’ ignoto, ma favorevole.
Oggi dovremo ottenere un Cristallo Arcobaleno (potente pietra dalle grandi capacita’ energiche) ed una Pietra di fiamma (paradossale elemento del piano caotico); il primo di questi e’ difeso da giganti di pietra, eterni guardiani di perdute ricchezze; la seconda e’ protetta da potenti e palpabili strutture infuocate che definiscono la tana del Grifone Elementale del Fuoco.
Ora terminero’ le mie rimembranze: abbiamo a disposizione una navetta volante. Mi sento viva.

Analisi onirica I


C’e’ un silenzio fortissimo. Dimmi che e’ un attimo. C’e’ un silenzio fortissimo. Guardo mostri che piangono, stanze sole e pienissime. C’e’ un silenzio fortissimo.
Una donna grassa e lurida, aveva un cazzo tra le gambe. Mi osservava. C’e’ un silenzio fortissimo.
Muoveva il bacino in modo osceno. Era orrenda, un mostro. C’e’ un silenzio fortissimo.

L’obesa donna si apre la pancia usando le sue affilate unghie marce: non e’ obesa. La vedo partorire i Bambini Immortali con un cesareo: mi osservano urlando. Erano vissuti tra le sue viscere, i loro occhi non avevano mai visto la luce, solo merda e sangue della Donna Non-Obesa. I Bambini stanno usando il cazzo della donna come perno per spingersi fuori: vogliono uccidermi.

Affilo la mente, PIEGA, percepisco la stanza.

Nella tetra stanza, ci sono solo io; la donna mi sta osservando con occhi carichi di follia.
Nella tetra stanza, ci sono solo quattro mura ed un porta chiusa; i Bambini stanno uscendo dal ventre.
Nella tetra stanza, c’e’ un solo soffitto ed un solo pavimento; la donna sta cagando dalla pancia.
Nella tetra stanza, c’e’ uno specchio; la donna aveva il mio viso.


Analisi deduttiva I

Riprendo a scrivere quest’ultima traccia prima di assopirmi, elencando le mie deduzioni.

  1. In me e' nata una instabilita' tra i piani di esistenza, prendo questa rivelazione come miccia per spingermi verso l'eterna ricerca di me stessa.
  2. Il punto 1, e’ un movente per l’ordine del fulmine nero di volere la mia morte.
  3. L’ordine del fulmine nero non e’ al corrente del punto 1.
  4. Il punto 1, 2 e 3 e’ stato dedotto grazie ad un alchimista e mago Tiefling che pare simpatizzare per il gruppo in cui mi ritrovo.
  5. Il Tiefling descritto al punto 4 si e’ offerto di curare la mia capacita’ di parlare. Sono pronta a lasciarmi la prigionia alle spalle del tutto?
  6. Il barbaro Zertos mi ha derubata di 10 monete d’argento. Non ho interesse per il denaro, ma ne ho per la fiducia: lui non ne avra’ piu’ da parte mia. E’ sicuro viaggiare con creature di cui non ti puoi fidare? Sono pronta a dovermi guardare le spalle ogni momento?
  7. Zuriel, il frammentale reca una rispettevole conoscenza delle arti arcane. Non ho afferrato bene le origini della sua morale, sempre che ne abbia una.
  8. Kurgan, il minotauro che reca un lungo pizzetto, sembra indifferente al pericolo, eppure espone una grande preoccupazione nell’assunzione che il pericolo si possa manifestare. E’ pazzia, o pura e malata freddezza?
  9. Rogar ha tentato di salvare la mia vita, percio’ credo che sia l’ultimo a cui debba evitare di dare le spalle.
  10. Le persone descritte al punto 6, 8 e 9 hanno vagato per la citta’ non curanti del punto 2, e senza la sicurezza che il punto 3 sia invariabile.
  11. La citta’ in cui mi trovo, composta da marmo nero, dovrebbe essere immune al caos, eppure ho la sensazione che ci siano delle contraddizioni tra i precedenti dieci punti. Ci pensero’ durante il sonno, nel mio mondo torturato dai Bambini Immortali. Estrema Condanna.

                      X X X III


                      Il dragonide, di nome Rogar, decise di salvarmi dal suicidio. Perche’ lo avesse fatto era un mistero, probabilmente apprezzava la vita, forse si sentiva obbligato. Lo odiai per un secondo, lo amai il successivo, e lo ignorai quello dopo.
                      Fu quel momento in cui vidi gli stendardi neri che portavano l’emblema del fulmine bianco: vascelli fluttuanti di un armata sconosciuta, chiamata il Fulmine Nero.
                      Combatterono la Torre della distruzione con monoliti arcani, usando i loro ideali incarnati in magia pratica: “portare ordine nello spazio”.
                      La torre sfuggi’, ma noi no.
                      E qui mi ritrovo, su una nave di fanatici, forse era meglio la morte, forse Rogar mi ha dannato, forse ha rinfrescato il mio destino di dolore.
                      Forse, invece, sono salva. Non e’ male pensare che qualcosa possa andare bene, dopotutto.
                      Anche se avevo tanta, tanta voglia di Danzare.

                      X X X II


                      Eccomi qua’, finalmente sul piano elementale del caos. Come ci sia arrivata? Non lo so. Perche me? Non lo so. Probabilmente e’ inutile porsi domande logiche nel piano del caos, ma la mia mente e’ logica e non posso non farlo.
                      La gravita’ pareva estendersi solo sopra la zolla di terreno in cui sono apparsa, camminavo sopra un’isola senza mare; il gruppo precedente era accanto a me, comuni della mia stessa sorte, insieme ad un inquantificabile numero di creature.
                      Al centro dell’isola si ergerva una colonna di roccia generatrice del caos.
                      Mentre notavo persone che casualmente cominciavano a ballare la Macabra Danza delle Carni, altre venivano semplicemente schiacciate da cariche elettriche.
                      Era forse questo il mio futuro dunque? Ballerina, pronta per essere chiamata da una torre immersa in vortici infuocati, per iniziare a ballare per lei nel suo sinistro e mortale provino? Quanto tempo avrei ancora dovuto aspettare prima che fosse toccato a me?

                      Le nuvole infuocate non mi applaudivano, mi odiavano.
                      L’unica cosa che sarebbe rimasta intatta su quell’isola di Morte era la torre. Sarei morta comunque a momenti, tanto valeva tentare di raggiungere l’unico punto che mi avrebbe potuto salvare... o uccidere. Ma la morte ormai era una certezza tanto quanto una distribuzione statistica che all’infinito tocchera’ ogni possibile esito.
                      Corsi contro il fulcro del caos.

                      X X X I


                      La certezza di aver presto preso parte alla soave danza era ormai palpabile, quando fini’. Le carni macellate giacevano ammassate sulla strada, i suoni viscosi che producevano sembravano gli applausi di un pubblico pigro.

                      Scariche elettriche mi fecero svegliare dal mio sogno definitivamente.
                      Una creatura tonante, puramente composta di elettricita’, ci osservava da dietro la sua rocciosa scaglia a placche. L’urlo di battaglia del barbaro mi provoco’ un brivido alla nuca e, mentre correva iroso verso l’extraplanare creatura brandendo una pesante ascia da battaglia, decisi qual’era il mio ruolo in tutto questo. PIEGA.
                      Fu una battaglia estenuante: il frammentale scagliava folgori d’oscure energie arcane che crepitavano crudelemente sulla creatura e, mentre gli altri brandivano le loro armi, questa si difendeva emanando terribili scariche elettriche: possedeva una velocita’ fuori dal comune e schiantava il suo corpo sui suoi attaccanti, come per schiacciarli... Ricordava me, quando mi divertivo a spappolare i topi nella mia stanza sotto il mio peso.
                      Quando la roccia che proteggeva la sua anima energetica inizio’ a sgretolarsi sul suolo, mori’. Non ebbi neppure il tempo di osservare il corpo distrutto di quell’essere unico e meraviglioso quando iniziai a sfasare.
                      Forse era solo un contrattempo, forse l’ultima danza mi avrebbe coinvolto comunque, sorridevo. Questa’ e’ liberta? pensai, prima di scomparire.

                      X X IIII


                      Nonostante il mio tentativo di approcciare il gruppo sul mio sentiero, eventi inaspettati erano in attesa come un’invisibile lama puntata sul mio collo martoriato.
                      Mi ritrovai nel mezzo di una comune disputa tra il caos e l’ordine: il destino non esiste, ma era una dannata e sfortunata coincidenza; sarei stata schiacciata tra due milizie.
                      Vedevo i Bambini Immortali rinascere ancora, nel loro dolore e pena. Estrema Condanna. Presto tutti avrebbero condiviso il loro dolore. PIE... La mia mente era certa, era pronta e precisa, ma il mio obiettivo sfuggi’ la mia presa in modo prepotente e terribile.
                      Entrambe le parti in guerra cominciarono a sfasare la loro realta’, i loro corpi, prima visibili solo a rintocchi casuali di tempo, iniziarono a muoversi ignorando la loro posizione nel piano e le loro carni ad esplodere, disfarsi o implodere.

                      Osservavo il movimento delle loro carni danzare con frammenti ossei in una macabra danza: piroette, dolci abbracci uniti a ritmiche cambre’, developpe’, soavi spostamenti dentro palpabili tessuti connettivi che non connettevano. Ad un tratto, persi memoria dei Bambini Immortali, ricordai letture di palchi, della musica che sentivo raramente riverbrare nella mia stanza da remoti piani rocciosi... Desiderai ballare insieme a loro. Uno, Due, TRE’ e cambre’, ed un due tre developpe’! Un funereo balletto a tempi composti; solfeggi perpetuati con fatali mutilazioni. La mia mente sorrideva: la mia mente mi osservava terrorizzata.
                      Ricorda.

                      X X III

                      Finalmente riprendo a scrivere, e’ stata una giornata interessante e sicuramente non ancora terminata. E’ terribile come, da passare giornate nel vuoto e totale solitudine, si arrivi a vivere cosi intensamente in pochi rintocchi. La tetra ed imponente nave in cui mi trovo mi permette di proseguire le mie rimembranze...

                      X X II


                      Vagando sotto l’involontaria guida del sottobosco, ho percepito subito una grande concentrazione di energia psionica: un essere senziente imprigionato in un enorme agglomerato frammentale di cristalli sfavillanti, minacciato da un gruppo di creature meschine quanto le larve che si cibavano delle mie feci, stava rilassando il suo potere intorno alle loro deboli menti.
                      Dilettevole applicare il terrore nei loro pensieri, tenebre nei loro ricordi... PIEGA.
                      Insieme a lui nuove, ma diverse, variopinte creature, composero un gruppo eterogeneo attorno al frammentale, ma nessuno comparabile alla sua potenza: il primo, un essere dall’imponente costituzione, e’ caratterizzato da una barba folta intrecciata e da un linguaggio del corpo tipico di chi e’ incline all’ira e di chi ripone uno smisurato ego nelle proprie capacita’; poi, un minotauro assopito in una palpabile aura nera; ed un dragonide vermiglio con mistici riflessi dorati.
                      E’ forse questo cio’ che mi sta aspettando? Il mio primo contatto con altre creature dopo tanti anni? Ora chiudero’ il mio diario e provero’ ad indagare cio’ che si e’ posto davanti al mio cammino.

                      X X I


                      I tetri arbusti mi guidano attraverso questo nuovo mondo: sfoggiando morbidi tappeti verdi sulla loro corteccia, mi indicano prepotentemente la direzione prediletta.
                      L’aria che respiro e’ nuova ed i venti, la pioggia che mi bagna l’anima, mi rende finalmente capace di provare emozioni che credevo per sempre perdute. Diversi tramonti hanno rintoccato sulla mia spedizione senza meta, eppure non provo stanchezza o ansia: il mio unico sogno era reale.

                      X IIII

                      Non ho nulla, solo me stessa ed i miei poteri. Non mi resta che vagare e trovare un posto in cui possa realmente imparare a migliorarmi e ritrovare la sanità’ che ormai ho perduto. Ho perso il dono della parola, e ogni tentativo di pronuncia si risolve in fitte di dolore, ma con la mente non ne ho bisogno. Le mie braccia sono miracolosamente intatte, come le gambe. Non mi resta che partire.

                      Nord. Mi e’ sempre piaciuto il Nord.

                      X III


                      Ho fissato la porta. PIEGA. Il cardine e’ saltato.
                      Scuotendo lentamente la testa potevo sentire l’odore dell’aria fresca riempirmi i polmoni, sentivo la sanità’ riemergere dentro il mio corpo. Sembro una pallida bambolina di pezza, forse mia madre ha lasciato detto di farmici assomigliare.
                      Il corridoio e’ bellissimo, decisamente meglio di quanto mi ricordassi da bambina la prima volta che fui entrata. Il custode si stava masturbando, non mi ha vista.
                      La mia mente tocca la sua, sentivo il suo piacere, il suo ribrezzo. PIEGA...

                      In fondo al corridoio ho trovato uno studio di alchimia, aver deciso di fuggire di notte e trovare uno studio di alchimia e’ una coincidenza decisamente favorevole. Una borsa, una cappa, e una buona scorta di fuoco alchemico e mi sono ritrovata al piano inferiore.
                      Probabilmente dopo tutti questi anni si sono dimenticati di cosa sono capace.
                      Due donne stavano parlando sommessamente. Mi videro: potevo leggere nei loro occhi il terrore ed il ribrezzo, non so che aspetto potesse aver avuto in quel momento la mia bocca, ma sapevo di certo che la mia pelle pallida sarebbe bastata. Toccai la loro mente, cosi debole e fragile. PIEGA. Si girarono di spalle e ricominciarono a borbottare come se non fossi mai stata li.

                      Con un diversivo infuocato non fu troppo difficile andarmene da quella roccia malata.

                      X II


                      *gocce di lacrime sulla pagina*

                      Mi sono svegliata tra le grida dei Bambini Immortali. Si strangolano con spranghe di ferro cercando la morte. La madre li ha uccisi un mattino e si e’ gettata in mare. Loro sono risorti.
                      Estrema condanna.
                      Hanno segni evidenti sul collo. Livide collane funeree. Stringono al petto conigli di gomma. Vorrebbero recidersi il cuore, sfilarsi le vene, guardarsi crepare.
                      Forse era un incubo, eppure la mia mente li vede perfettamente anche adesso. Forse sto impazzendo. Forse e’ questo posto.
                      Ho esercitato una lieve pressione sulle corde che mi legano le braccia, le sto sbattendo contro il pavimento e sto piangendo sperando di ricominciare a sentirle dolere. Oggi e’ il giorno in cui scappo.


                      X I


                      Sono passati anni dall’ultima volta che ho scritto qualcosa, forse per paura, forse per colpa. Sento la mia mente toccare queste mura, le sento fredde, ruvide, polverose. Sono grande quanto tutta la stanza.
                      Sento ogni vibrazione, il mio stesso corpo pulsare, le pagine ruvide che fremono sotto il crudele passaggio della penna. Ho mille occhi, mille mani, mille voci e niente di tutto questo.

                      Oggi l’egregio docente mi ha torturata con filamenti infuocati, non ho tentato di depolarizzare la sua pressione mentale, sarebbe stato fin troppo facile e questo lo avrebbe soltanto spinto a provare con metodi più dolorosi, sentivo il puzzo della mia carne bruciare e ridevo; probabilmente sto impazzendo.

                      IIII


                      Era l’alba quando mia madre mi porto’ in questo castello. Ricordo me urlare, ed il raccolto devastarsi. Le nuvole mi applaudivano e mi sentivo gloriosa, povera sciocca.
                      Mio fratello morto infante ai miei piedi, e sentivo sghignazzare... ma mi sbagliavo. Era un pianto doloroso quanto la vita.

                      III


                      Da vent’anni sono rinchiusa qui dentro. Estrema condanna. Vieni ad uccidermi.

                      II


                      M’osservo allo specchio e vedo un essere che non riconosco. I capelli, ormai secchi e crespi sembrano una chioma appassita, eppure sono la parte piu attraente del mio viso deturpato.
                      Non riesco a staccare gli occhi dalla mia bocca.
                      Le labbra sottili sono cucite con rigide stringhe di cuoio, suturate proprio attraverso la carne, hanno lasciato buchi che paiono non essersi mai rimarginati. Le striscie cucite formano delle X sopra tutta la bocca e mi lasciano spazio appena sufficiente per aprire solo una stretta fessura. Brandelli di carne ormai cicatrizzati hanno serrato totalmente il lato sinistro, mentre la parte destra sembra essere ancora in grado di accettare cibo.
                      Non riesco a ricordare l’ultima volta che ho Parlato.
                      Ho sempre disprezzato l’insegnamento per via di privazione. “Non hai le braccia, afferra con la mente”, “Non hai voce, parla con la mente”. Un giorno li ucciderò’.
                      Tutti.

                      Gli occhi azzurri sembrano stanchi ma ancora vedo spruzzare della vita, un sorriso segreto dentro la profondità della mia anima ghiacciata, ammesso che ne abbia ancora una.

                      I


                      Credo di non essere piu umana. Mi chiamo Lorelei.
                      Mi sono appena svegliata nell’odore della mia carne fresca rosicchiata dai topi: sono passate dozzine di tramonti da quando mi hanno legato i polsi al dorso con corde di cuoio, dovrei essere in preda ad urli atroci di dolore, ma i miei nervi non stanno piu funzionando; le mie braccia sono diventate un macabro e delizioso pendaglio, come un vecchio mantello di cui spesso dimentichi l’esistenza.
                      Neanche ora, scrivendo queste inutili memorie, sento piu’ il prurito ai polpastrelli tanto abituati a manovrare penna ed inchiostro.
                      Sento la mia mente impugnare la piuma con delicatezza e potenza, e mentre scrivo queste parole mi riaffiora crudelmente il motivo che mi ha spinto a scrivere, a rendere perpetue le mie memorie.
                      Sto dimenticando chi sono, lentamente la sete di potere mi sta cambiando. Il dolore mi contorce il corpo e la magia dal Mare Astrale corrompe la mia anima.
                      Ricorda.