Portava una veste regale. La sua pelle dorata luccicava di luce propria: era mistica, ma rassicurante. Inginocchiata al cospetto della vallata, risplendeva nel crepuscolo come una regina. Teneva tra le mani una rosa d'oro mentre il suo corpo ondeggiava a destra e sinistra imitando una orientale danza. Il suo viso osservava il cielo con curiosità' ed attenzione.
"Perché' porti una rosa, Cassandra?" lei mi ignoro', continuando a danzare. Le sue labbra d'ambra erano serrate con decisione mentre la sua veste color porpora imitava una bandiera in balia del vento. Attorno a lei, solo desolazione circondava quella collina perduta.
"Cosa vedi?" le chiesi, con terrore. Lei mi ignoro', continuando lentamente ad agitarsi nel buio. I petali della rosa erano splendidi, composti dall'oro più' pregiato e pericoloso dei piani mai esistiti; emanava una leggera luce nell'aria. Baluardo perduto.
"Ho paura" le dissi, "cosa sta per accadere?": lei non mi guardo'. Continuava ad osservare la notte nera, quando disse, sottovoce, "
Siediti con me". Le obbedi'.
Attesi qualche minuto osservando il suo ipnotico movimento, quando decisi di tentare di nuovo, "Cosa significa quel fiore?". Lei mi rispose, senza mai distogliere lo sguardo dal cielo.
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Il fulcro. |
"La terra e' attorno a te. Il cielo ti sovrasta. Il vento ti sfiora e l'erba ti accarezza. Ogni cosa ti appartiene, eccetto il
Fulcro. Perché ti attrae cosi' tanto, quando il resto dell'infinito e' a tua disposizione? Perché non e' mai abbastanza? Ci sono cose che non dovremmo mai sapere." Fece una pausa, durante la quale la sua danza divenne per un momento incerta, rallentata. Poi continuo'. "Perché?"
Insicura sulla risposta, decisi di non darne. Non era ovvio? Siamo attratti dall'ignoto. Conosco già la terra, come il cielo o l'erba. Come in risposta a quel pensiero, Cassandra allungo' la mano, porgendomi il fiore. "Prendi."
Lentamente, allungai le braccia verso la rosa dalla dorata composizione. La afferai e la Bambina la lascio' nelle mie mani "Sapevo l'avresti presa, oh Lorelei...". Come colla alchemica, lo stelo si avvolse sui miei polsi: si aggrappava picconando la mia pelle con spine pungenti.
Cassandra mi guardo': non aveva gli occhi, se li era gia' schiacciati, "Non e' forse questo il tuo destino? Non e' forse quello l'ultimo mistero? E' giunto il momento di morire". La rosa divento' una fiamma viva. Mentre la mia carne bruciava, sentivo il sapore della Morte. Stavo finalmente per risolvere l'ultimo mistero. Cassandra me lo aveva concesso.
Il canto degli uccellini riempiva l'accampamento abbandonato, mentre mi accingevo a raccogliere le mie cose per il prossimo viaggio.